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Conoscete “il gioco dell’uva”? È un vecchio modo di dire che veniva usato da genitori, nonni o zii per richiamare l’attenzione dei bambini e convincerli che si era fatto tardi e bisognava andare via. “Facciamo il gioco dell’uva: ognuno a casa sua”. Si potrebbe dire, dopo aver trascorso una giornata a festeggiare la fine della vendemmia 2018 organizzata da Tenuta i Fauri, che questo strano proverbio (che non fa neanche rima) andrebbe ribaltato: il gioco dell’uva è quello dove nessuno sta a casa sua. 

Cotta a Puntino è il nome dell’evento che per il secondo anno ha radunato una gioiosa combriccola di persone nelle tenute dell’azienda vinicola i Fauri per chiudere in bellezza una splendida annata di raccolta. Ad accogliere gli ospiti è la famiglia Di Camillo, proprietaria di questa storica azienda e custode di una grande tradizione di vignaioli. Valentina e Luigi Di Camillo hanno saputo raccogliere la sfida e le responsabilità di questa avventura, ottenendo grandiosi risultati (citiamo l’ultimo, la menzione del Cerasuolo Baldovino 2017 tra i vini quotidiani della guida Slow Wine) e imprimendo uno stile assolutamente originale e contemporaneo al modo di raccontare il vino. La mattinata inizia con un’invasione di bambini tra i filari: tutti partecipano attivamente e sono coinvolti. L’uva viene raccolta con l’aiuto dei genitori, le cassette si riempiono rapidamente e vengono sistemate per essere portate alla pigiatura. Dopo una bella colazione al sole, si parte tutti per Ari, verso il casolare di famiglia recentemente ristrutturato, per dare il via alla festa vera e propria.

Baldovino è lo storico nome di famiglia di un antenato dei Di Camillo, un soprannome che si lega indissolubilmente con una tradizione legata alla terra e ai suoi frutti. Quello che oggi rappresenta Baldovino è molto di più di un’eredità: grazie al lavoro di Valentina e suo fratello Luigi, Baldovino è un luogo dove si concentra un’energia unica fatta di positività, passione e voglia di stare insieme. Il casolare di famiglia costruito nel 1912, da pochissimi mesi è diventato una struttura ricettiva di alto livello per trascorrere un’esperienza unica immersi tra i vigneti a pochi chilometri dal mar Adriatico e dagli spettacolari scorci della Majella.

 

Mentre i piedi dei bambini lavorano alla pigiatura, il succo viene raccolto in un grande paiolo di rame per trasformarsi in mosto cotto. Per chi non conoscesse questo prodotto, basti pensare che esistono testimonianze storiche che ne attestano la presenza già nel primo secolo avanti cristo. Si ottiene solamente dal mosto di uva appena spremuto e cotto in paiolo di rame, fino a farne rimanere un terzo (questo nella tradizione abruzzese). Per reazione di Maillard ,durante la cottura avviene la caramellizzazione degli zuccheri, conferendogli un potere antiossidante superiore ai vini normali. L’affinamento avviene in botte per un periodo minimo di due anni, ma ci sono testimonianze di ritrovamenti oltre i cento anni di affinamento. Come si utilizza il mosto cotto? Ne bastano poche gocce per dare un sapore speciale a insalata, pesce, carne, creme e, perché no, anche ai gelati! Mentre si radunano le persone vicino al grande paiolo in cottura, è lo stesso Domenico Di Camillo, papà di Valentina e Luigi, a ricordare come i contadini lo usassero, unito all’uovo sbattuto, per fare delle colazioni nutrienti prima di andare al lavoro nei campi.

 

Il sole tiene compagnia agli ospiti durante l’ottimo pranzo e immediatamente si crea una connessione magica tra i vini della cantina e il lavoro appena svolto: il vino diventa il racconto di queste giornate di inizio autunno, della fatica e della soddisfazione di chi lo produce; si  diventa parte, anche solo per questo piccolo contributo tra i filari, di un processo collettivo simbiotico ed entusiasmante. L’intelligenza di questo approccio non sta nel cavalcare un ricordo nostalgico dei bei tempi andati, ma nell’aver capito che il vino fa parte della nostra cultura e il procedimento che porta alla sua creazione vive di riti, stagioni ed evoluzioni continue. In questo si vede la bravura di Valentina, che negli ultimi anni è riuscita a portare un pezzetto di casa sua in giro per il mondo, trasmettendo l’entusiasmo che una giornata come questa riesce a sintetizzare, soprattutto quando a farla da padrone sono i più piccoli.

Il gioco dell’uva? Si fa a Baldovino!

 

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